domenica 1 luglio 2001

03/07/2001 Wava 2001 DOWN UNDER: 6.000 atleti da 79 nazioni

Brisbane, La Torretta B&B
Questa mattina, nel parco del South Bank, sulle sponde del fiume Brisbane, si è disputata una corsa non competitiva chiamata 5 km. Fun Run/Walk. E’ stato un momento di festa in cui, per la prima volta, ho respirato l'eccitante atmosfera di questi campionati. Una rassegna che coinvolgerà ben 6.000 atleti in rappresentanza di 79 nazioni. Persone di tutte le eta’, con costumi caratteristici o la tuta del proprio paese, sventolando bandierine e cappellini, si sono ritrovati, per darsi il benvenuto, nel parco che circonda il centro culturale di Brisbane, incitati da clown e trampolieri. Finalmente incontro i primi italiani, ed è un piacere ritrovarsi in questa esperienza che ci accomuna. I volontari dell’organizzazione indossano magliette gialle con la scritta: down under. Mi spiegano che indica l’Australia, o meglio la posizione dell’Australia rispetto al resto del mondo. Prendo il bus navetta che mi porterà al centro sportivo di Nathan per sbrigare le formalita’ di registrazione. I due stadi principali, sede delle gare, si trovano a circa 15 chilometri dal centro della città, immersi nel verde ed affiancati l’uno all’altro. L’ANZ Stadium e’ maestoso, con una capienza di circa 60.000 spettatori; l’altro, piu’ piccolo, è affollato di persone impegnate nell'allenamento. Quando vedo una pista di atletica provo un sottile piacere. A volte, viaggiando in aereo da Padova a Roma per lavoro, mi ritrovo a contare gli impianti che riesco a identificare dal finestrino. E’ emozionante calpestare queste piste, letteralmente ‘agli antipodi’ rispetto all’Italia, per valutarne la risposta. E non riesco a nascondere un briciolo di delusione quando scopro che le piste australiane sono piuttosto 'molli'. Stacy Price, un americano conosciuto nel tragitto in bus, commenta sorridendo alla mia delusione: "Not like Mundo", riferendosi alla ditta italiana che produce le velocissime piste in sportlex... Price, un M45, campione del mondo due anni fa in Inghilterra nei 110 ostacoli, si allena nove volte alla settimana, conciliando lavoro e famiglia. Gli chiedo chi glielo faccia fare. Mi risponde sorridendo: "I’m crazy". E anch'io mi sento un po' pazza... Socializzo con un altro gruppo di italiani. C’è Luciano Baraldo, un M50 che riveste il doppio ruolo di atleta e di rappresentante della Fidal. E poi Sergio Zappon e Riccardo Costa, entrambi M55 in pensione che coltivano a tempo pieno la passione per l’atletica. "E difficile - dice Sergio - far comprendere come sia possibile praticare l'atletica leggera anche dopo i 40 anni". Faccio conoscenza con Ettore Ruggeri, un M40 alla sua prima partecipazione internazionale, che non nasconde una certa preoccupazione per le gare. Ritrovo, infine, i coniugi Rossini, veri e propri affezionati di queste manifestazioni, che mi raccontano il dispiacere della figlia Maria Gabriella, una mia coetanea che non gareggerà a Brisbane a causa di un incidente al braccio (forza Gabry, faremo una bellissima staffetta il prossimo anno, agli Europei di Postdam). Tutti concordano sul fatto che la partecipazione a manifestazioni internazionali è una vacanza impagabile. Perché, all’opportunità di vedere nuovi luoghi e gareggiare, si abbina la possibilita’ di socializzare con persone di altre nazioni. All'insegna di quella grande passione che è l'atletica leggera.

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