martedì 20 gennaio 2009

Ritratti - Emma Mazzenga


Il premio “Master dell'anno” (promosso dai siti ATLETICANET e WEBATLETICA congiuntamente alla testata CORRERE) è stato assegnato, in campo femminile, ad Emma MAZZENGA, una straordinaria atleta a cui dedichiamo questo ritratto.

Lo spirito agonistico può non conoscere età, e mantenersi intatto anche oltre le 75 primavere. “Mimma” Mazzenga ne è sicuramente un esempio eclatante. Ciò che porta questa distinta professoressa in pensione a calzare scarpe chiodate e presentarsi sui blocchi di partenza non è la sola volontà di mantenere la forma fisica e una buona salute, come ci si potrebbe aspettare da una persona della terza età. No. Con grande spirito anticonformista, Mimma dichiara che è la voglia di competere, l'animus pugnandi, la principale motivazione che la spinge verso l'atletica leggera. E' un istinto innato, che vive quotidianamente, anche quando, ferma ai semafori, si concentra per essere la prima a scattare alla comparsa del verde.

Qualcuno potrà pensare che sia patetico o utopistico, ma conoscendo questa donna straordinaria si dovrà forse ricredere; non solo per gli eccezionali risultati che l'hanno portata nel 2008 a siglare ben due record mondiali di categoria, ma anche per i suoi incredibili grinta e spirito di iniziativa. Come nel 2006, quando, insieme alla sua amica atleta Dina Cambruzzi, prese l'auto partendo da Padova alla volta di Linz per disputare i Mondiali master indoor. Immaginando il loro viaggio e visualizzando le figure di queste due “over 70”, mi si sovrappongono nella memoria alcuni frammenti del film Thelma e Louise... Da quella trasferta Mimma tornò con due medaglie d'oro, una d'argento e una di bronzo: un mito! Lo sport, se vissuto intensamente, può regalare grandi emozioni e motivazioni, e forse ad aiutare a “vivere” nel senso più pieno del termine, indipendentemente dall'età anagrafica.

LA SUA STORIA
Mimma ha incontrato l'atletica leggera durante gli anni dell'università. Il suo miglior risultato da atleta assoluta risale al 1958, quando giunse quarta sui 400 metri ai Campionati italiani assoluti col tempo 61”1. Smise già nel 1961. Il matrimonio con Francesco, l'arrivo dei due figli (Giacomo e Monica), il lavoro da insegnante: Mimma deve attendere 25 anni per ritornare in pista. Merito di Alberto Pettinella, presidente del Cus Padova, che convoca tutte le ex-atlete con l'intenzione di formare una squadra master. Nel 1986 “Mimma” riprende gli allenamenti e a 53 anni debutta in una gara master correndo i 200 metri in 37 secondi. I suoi migliori risultati cronometrici da master li ottiene nel 1993, l'anno dei suoi 60 anni, segnando 14”8 nei 100 metri e 31”1 nei 200 metri, che sono tuttora le migliori prestazioni italiane per la categoria MF60.
Negli anni '90 si tessera con l'Assindustria Sport Padova, con la quale vince anche uno scudetto su pista master. “Ma erano altri tempi – racconta – Ora la competizione è sempre più agguerrita e in gara ci sono atleti molto più preparati”. Nel 1997 incontra Franco Sommaggio, che diventa il suo allenatore. Con lui riesce a compiere un importante salto nel qualità e nel 1998, agli Europei di Cesenatico, conquista il primo titolo internazionale vincendo i 100 metri W65 e giungendo seconda sui 200 metri. Sommaggio ha sempre dimostrato una grande sensibilità nel calibrarle gli allenamenti in base alle esigenze, che, da atleta master, variano non solo con il trascorrere degli anni ma anche, spesso, di giorno in giorno.
Col nuovo millennio Mimma decide di allungare la distanza e si cimenta anche nei 400 metri riuscendo a correrli, nel 2001, in 1'17”10, ancora oggi primato italiano MF65.

Nel 2006 passa alla SEF Macerata di Bruno Dezi, squadra che la accoglie con grande affetto. In Amalia Micozzi e Giulia Perugini trova anche due amiche premurose. Nello stesso anno, in cerca di nuovi stimoli contro la monotonia, debutta anche negli 800 metri (a 73 anni!) chiudendo la stagione con un promettente 3'22”11, senza però trascurare le distanze più corte. Ai mondiali indoor di Linz si aggiudica il infatti il titolo iridato sui 60 e sui 400 metri, giunge seconda sugli 800 e terza sui 200 metri W70.

Da più di vent'anni Mimma è al vertice della velocità master italiana. Non si contano i titoli italiani vinti. Suoi sono tutti i primati italiani MF70 e MF75 dai 100 agli 800 metri, più alcuni record MF60 e MF65. Ricchissimo anche il palmarès di medaglie internazionali con 5 titoli mondiali e 9 titoli europei. Il 2008 è stato per lei l'anno più entusiasmante. Mimma, che ha compiuto 75 anni il 1 agosto, ha siglato due stratosferici record mondiali W75 (1'25”2 sui 400 metri e 3'25”18 sugli 800 metri), ha vinto il titolo europeo sui 100 metri a Lubiana gareggiando con le W70 (mancavano pochi giorni al suo 75° compleanno), spaziando con grande disinvoltura dai 100 agli 800 metri e stabilendo 4 migliori prestazioni italiane MF75 (100 m. 17”06 – 200 m. 36”1 – 400 m. 1'23”20 – 800 m. 3'22”20). Risultati che premiano un pilastro dell'atletica master femminile permettendole di vincere il premio Master dell'Anno.

FLASH
Luglio 2008, un'assolata giornata di allenamenti al campo sportivo di Voltabarozzo, a Padova. Franco Sommaggio, dotato di due cronometri, compie i miracoli riuscendo a seguire le ripetute di tutti i suoi atleti impegnati in pista. C'è chi fa prove lunghe, chi corte. Su questa pista si ritrova un microcosmo dell'atletica leggera: ci sono atleti assoluti (come Giovanna Ricotta e Silvia, la figlia di Franco), atleti delle categorie giovanili, come pure atleti master (come Umbertina Contini). C'è anche Samuele Gobbi, che sta preparando le Paralimpiadi di Pechino. Franco è una persona di poche parole, uno di quelli che l'atletica la “fa” stando in campo tutti i giorni, con qualsiasi tempo, ad accogliere sotto le sua ali chiunque si rivolga a lui per farsi allenare o solo per un consiglio. Sono le persone come lui che andrebbero valorizzate e tutelate per salvare la nostra atletica. Alla partenza dei 200 metri, due atleti richiamano l'attenzione per una ripetuta: uno si chiama Pippo, e ha 9 anni, l'altra di anni ne ha quasi 75 e si chiama Mimma. Partono insieme e corrono lottando fino all'ultimo metro. La scena ha qualcosa di poetico che mi regala un'inattesa emozione.

Pubblicato su webatletica.it [Link] e sull' area master di atleticanet.it [link]il 20 gennaio 2009

giovedì 8 gennaio 2009

Ritratti - Andrea Benatti


L'esordio
Capita a volte di avere la sensazione che il tempo scorra sempre più velocemente, e che gli anni passino in un amen. Ma se la memoria tenta di ritornare indietro per riafferrare attimi o ripercorrere la nostra vita, allora forse ci rendiamo conto di tutto il tempo passato. Riportiamo indietro le lancette del tempo di quasi 25 anni. E' il 1985 e un ragazzino vivace partecipa a “Porta a porta”. Nulla a che vedere con il programma di Bruno Vespa: si tratta di una corsa di velocità organizzata dall'oratorio. Il giovane si classifica al primo posto e in premio riceve una coppa di legno. Il cimelio è ancora conservato con cura da quel ragazzino, ora uomo, che risponde al nome di Andrea Benatti.
L'attività giovanile
L'anno successivo Andrea partecipa con la scuola alla prima gara su pista, intitolata “Il ragazzo più veloce di Garbagnate”. Vince gli 80 metri ed inizia a praticare l'atletica leggera con la Riccardi Milano. Il ragazzo è veloce, capace da juniores di correre i 200 metri in 21”48 e classificarsi al terzo posto ai Campionati italiani di categoria. A ventanni corre per due volte i 100 metri in 10”3 manuale, e in 10”68 elettrico. Il padre è orgoglioso di lui e Andrea inizia a sognare. Dopo alcuni anni le aspettative si ridimensionano perché quelle prestazioni non vengono più migliorate, anche se ottiene per quattro volte il minimo per partecipare ai Campionati italiani Assoluti. Entra in polizia, per la quale lavora tuttora, ma non riuscirà ad entrare nel gruppo sportivo.
Transizione
In Italia non esistono le categorie M25 e M30, ma oggi Andrea è tra coloro che ne auspica l'istituzione come soluzione per fornire nuovi stimoli a chi “attende” di entrare tra i master. Lui un pò alla volta sente venir meno le motivazioni e inizia a spaziare tra gli sport invernali. Partecipa ai campionati italiani di bob e per due anni gira il mondo con la nazionale di skeleton, lo spericolato slittino con cui l'atleta si lancia sulla pista a testa in giù.
Gli scalcagnati
Nel 2001 fonda, insieme a Davide Lorenzini, la Polisportiva Adrense. La società aggrega una quindicina di ex atleti, uniti dalla filosofia della nuova società, che è quello di “divertirsi senza allenarsi”. C’è anche Ubaldo Ranzi che due anni prima, a Cortina, si era laureato campione mondiale di bob a due insieme a Gunther Huber. Senza preparazione gli infortuni sono inevitabili, così ogni anno viene organizzata una cena per celebrare il “Recycled dell'anno”, in pratica l'atleta più scalcagnato. Per Andrea è l'inizio di un nuovo periodo durante il quale decide di azzerare tutti i record personali per stabilire i primati di questa sua “Nuova Era”, regalandosi nuovi stimoli e motivazioni. In qualche modo anticipando quello che sarà poi lo spirito del master, che ad ogni cambio di categoria regala un'improvvisa spinta motivazionale. Nel 2005 la Polisportiva Adrense ottiene il colpaccio partecipando alla finale societaria assoluta di serie B e sfiorando per pochi punti la promozione in serie A.
La Capriolese
Nel 2006 il gruppo si trasferisce nel bresciano, alla Polisportiva Capriolese, società per la quale Andrea è tuttora tesserato e di cui è responsabile del settore Atletica. E' un vero e proprio trascinatore, gestisce il blog della squadra (capriolese.blogspot.com) e convince molti ex-atleti, che negli anni giovanili erano come lui alla Riccardi Milano, a tornare in pista. La punta di diamante è Fausto Frigerio, capace poi, a Clermont Ferrant nel 2008, di vincere un titolo mondiale indoor master sui 60 ad ostacoli M40.
Il master
La prima volta che Andrea sentì parlare dell'atletica “over 35” fu per merito di Averardo Dragoni, ma all'epoca una cosa per lui era certa: non avrebbe mai partecipato all'attività master. Ma c'è un motto che recita: “mai dire mai”, e qualche anno dopo, grazie all'amicizia con Salvino Tortu e Giancarlo D'Oro, e agli allenamenti e alle trasferte condivisi con gioia, quel pregiudizio, purtroppo ancora diffuso tra molti atleti assoluti, viene infranto e Andrea si ricrede.
Debutta agli Italiani Master Indoor del 2007 tra gli M35 vincendo il titolo italiano sui 200 metri; scopre che il mondo master è meno “artefatto” di quello assoluto, forse meno ipocrita, e gli regala nuove motivazioni per riprendere ad allenarsi con regolarità. Ha modo di conoscere ed ammirare le persone della terza età che si cimentano nelle competizioni ed inizia a guardare con diffidenza i loro coetanei che, pur in salute, preferiscono la poltrona e le ciabatte.
Agli Italiani all'aperto di Milano vince i 100 metri ed è secondo sui 200 metri. Partecipa ai Campionati Internazionali, dove gli si presenta la bellissima opportunità di correre i turni di gara. Ai Mondiali di Riccione giunge in finale sui 200 metri e si aggiudica l'argento nella 4x100 insieme a Daniele Biffi, Luca Casu ed Emiliano Raspi, a soli 3 centesimi dal gradino più alto del podio.
Nel 2008 è il dominatore della velocità M35 italiana. E' campione italiano indoor dei 200 metri e della 4x200 insieme ai suoi compagni della Polisportiva Capriolese (Daniele Biffi, Fausto Frigerio, e Cosimo Sguera). All'aperto, a Bressanone, si aggiudica quattro “eroici” ori: 100 (nonostante i blocchi di partenza difettosi), 200 (nonostante uno strappo ad un muscolo addominale) e le due staffette (con Fabio Orlandi, Cosimo Sguera e Gabriele Garini), corse più con il cuore che non con le gambe a causa dell'infortunio subito nei 200. Con 10”89 capeggia la graduatoria stagionale nazionale degli M35 sui 100 metri, mentre nella graduatoria dei 200 metri è secondo con 22”28 (a soli 4 centesimi da Alessandro Gulino).
Ai mondiali indoor di Clermont-Ferrant corre 4 turni dei 200 metri e si classifica al quinto posto nella finale M35. Fa parte poi della stratosferica staffetta 4x200 che vince il titolo iridato siglando, con 1'30”38, la miglior prestazione mondiale di categoria, insieme a Daniele Biffi, Davide Serrani e Enrico Saraceni. Agli Europei di Lubiana giunge quarto sia sui 100 metri che sui 200 metri e fa parte del quartetto vincitore della 4x100 M35 (con Daniele Biffi, Emiliano Raspi e Alessandro Giulino).
Il ricordo più bello
Ma se gli si chiede quale sia il suo più bel ricordo da master, Andrea non ha esitazioni: il meeting di Donnas del 1 giugno scorso, quando, nella gara vinta in 10”86 da Arben Makai, suo compagno di squadra, corse in 10”89 con il vento entro i limiti (vedi nella foto). Il riscontro cronometrico rappresenta il suo primato da master, a soli due decimi dal suo record assoluto. Ma di quella gara Andrea conserva il ricordo della gioia di una bella gara corsa con un amico, un'esperienza che conta più del risultato. Perché per Andrea l'amicizia e la condivisione sono importanti, come quella volta in cui, ai Campionati italiani Juniores, lui e Paolo Ciravolo corsero in batteria scambiandosi sguardi e risate fino al traguardo.
Webatletica.it
Dei master si parla, ma poco. La Fidal per prima dà un'informazione parziale e frammentaria. L'unico sito tematico è l'area master di www.atleticanet.it. Nel 2007 perciò Andrea decide, insieme a Daniele Biffi, di creare prima un forum e poi un sito dedicato ai master, e non solo: nasce così www.webatletica.it, il cui obbiettivo è quello di incentivare la condivisione dell'esperienza master, oltre che la conoscenza di questo mondo.

Andrea non ama parlare di sé perché una delle sue doti è sicuramente la modestia; preferisce sempre dare risalto alle imprese degli altri, e questo dovrebbe essere preso come esempio da chi, a volte, non riesce a sollevare il naso oltre i propri risultati. Intervista, scrive, esterna e, se è il caso, si indigna (come direbbe De André), ma non getta la spugna, sotto la spinta della sua grande passione per questo mondo. Ha tanti progetti. In questo momento sta cercando di portare a termine un'impresa tanto ammirevole quanto impegnativa: riportare in un unico data base tutti i risultati degli atleti italiani ai campionati internazionali master.

Un po' di anni fa pensavo che nello sport ci fossero tante persone disposte a darsi da fare a titolo gratuito per ricambiare una passione grande come può essere quella per l'atletica; poi ho capito che troppe volte l'egoismo ed altri tipi di interesse possono avere il sopravvento. Andrea Benatti è un'eccezione. E' per questo che ho voluto raccontare la sua storia.

Pubblicato nell'area master di atleticanet l'8 gennaio 2009 [link]

giovedì 1 gennaio 2009

Ritratti - Giuseppe Franco

Atletica Veneta Comunicati - Gennaio 2009
L'atleta master del mese

Giuseppe Franco
GIUSEPPE FRANCO
Data di nascita: 22/06/1941
Categoria: MM65
Società: Atletica Athlon Padova

Il numero uno del getto del peso tra gli MM65 si chiama Giuseppe Franco, campione italiano 2008 di categoria sia indoor che outdoor. Il suo stagionale, con l'attrezzo da 5 kg, è di 12,65 metri. Specialista anche del giavellotto (nel quale ha primeggiato nel 2006 e nel 2007 con misure superiori ai 41 metri), nel 2008 è stato limitato da un problema alla spalla. E' da 50 anni che “Beppo” frequenta lo stadio Colbachini di Padova, dov'è conosciutissimo e molte persone gli vogliono bene. “Per me è un luogo di ritrovo,apprezzo la compagnia delle persone che condividono la mia stessa passione”, ci confida Giuseppe che, oltre a quelli dell'atleta, veste anche i panni di allenatore: segue infatti i lanciatori (sia del gruppo giovanile che master) dell'Athlon Padova, società che nel 2008 ha avuto la soddisfazione di essere ammessa alla finale societaria master su pista. Le sue prime gare di atletica risalgono alla fine degli anni '50, quando, allenato da Giovanni Pertile, lanciava il giavellotto oltre i 64 metri. Ora i ruoli si sono invertiti ed è il novantaduenne “professor Pertile” (master del mese di luglio 2008) a seguire i consigli tecnici del suo ex-allievo. Nel 2009 Giuseppe vorrebbe ottenere un buon risultato nel pentathlon lanci e per questo si sta preparando anche nel martello. “E' molto stimolante, perché per me si tratta di un attrezzo completamente nuovo - ci spiega - ma ho come insegnanti dei martellisti di livello assoluto come Pellegrino Delli Carri e Michele Ongarato che, con pazienza e spirito di amicizia, mi stanno insegnando le basi tecniche di questa specialità”. E' proprio vero: nel mondo master non è mai troppo tardi.

Link alla rivista in formato pdf [clicca qui]. L'articolo è a pagina 8.

Foto di R. Marchi