Stamane, dopo un consulto telefonico con il mio allenatore (In Italia era notte fonda), vagavo tra il bagno e la mia stanza con sacchetti pieni d'acqua calda, osservata da un gruppo di atleti svedesi incuriositi, alloggiati nelle camere vicino alla mia. L’intenzione era quella di “rilassare il polpaccio” che continuava a dolermi.
Mestamente mi avvio verso lo stadio, per disputare la finale dei 400. E’ una splendida giornata, il sole riscalda il mite inverno di Brisbane. Allo stadio osservo gli atleti impegnati nelle gare. Mi ritorna il sorriso pensando al fatto di essere a Brisbane e di vivere un’esperienza comunque unica.
Incontro il veronese Amelio Compri, in forza al Vecio Gat Treviso, con berrettino, zainetto ed asta al seguito. Lui salta a piedi nudi e lo scorso anno ha vinto il titolo europeo in Finlandia. Mi racconta di essere appena diventato campione del mondo nella categoria M75 con la misura di 2.50. Mi congratulo, ma Amelio si sfoga in un pianto dirotto. Questa è la sua prima manifestazione internazionale senza la presenza della moglie Attilia, mancata sette mesi fa. Da dieci anni lo seguiva con entusiasmo in tutti i campionati europei e mondiali. Lo abbraccio mentre le lacrime scorrono anche dal mio viso.
Prima della fase di riscaldamento Vincenzo Felicetti, che ormai è diventato il mio “angelo custode”, mi massaggia il polpaccio, incoraggiandomi: secondo lui la situazione, rispetto a ieri, è decisamente migliorata. Non riesco però a fare nessun tipo di andatura ed inizio una sequenza di allunghi sul prato in scarpe da riposo.
Mi viene incontro Giuseppe Marabotti, quello di Castelfranco di Sotto, come ama ricordare. Ha 85 anni ed è una persona dolcissima, qui a Brisbane ha già vinto un oro e un argento. Gli rimane la delusione di non aver disputato la semifinale dei 200, ma un cambio di programma orario lo ha ingannato insieme ad altri tre coetanei. Purtroppo la finale è stata disputata senza di loro.
Ci siamo conosciuti in Finlandia lo scorso anno. Mi porge un bigliettino su cui ha scritto: ”A Rosa, grande atleta. Nei primi tre posti sicura. Firmato Giuseppe Marabotti”. Mi commuovo.
Entro nello stadio. Dalla tribuna arriva il tifo scatenato della compagine italiana che scandisce il mio nome. Sorrido. Sparo dello starter. Parto un po’ in sordina: voglio capire se posso fidarmi delle mie gambe. Ai 300 sono quarta, staccata nettamente dalle prime tre, tutte inglesi. Tento una rimonta sulla terza ma per soli nove centesimi non riesco a raggiungerla. Ho un po’ di rabbia per aver perso un bronzo alla mia portata (58"31 di Maureen Miller contro il mio 58"40). L’oro, però, era davvero irraggiungibile (56"54 di Christine Amede). E per l’argento avrei dovuto essere in condizioni ottimali (57"44 di Jenny Matthews).
La delusione è dimenticata quando scorgo Dorothy, la mia padrona di casa al B&B, venuta a tifare per me. C’è anche James, il mio amico scozzese M70, entrambi con la bandierina dell’Italia.
Scambio il mio indirizzo con quelli di Maureen e Jenny. Maureen è una donna di colore che sembra una ragazzina (non dimostra i suoi 38 anni). Mi racconta che, quand'era più giovane, correva i 400 in 54" e gli 800 in 2'03". Una malattia e un’operazione al cervello l’hanno costretta a fermarsi per qualche stagione. Ha ripreso a correre tre anni fa. Ci diamo appuntamento a Postdam, per una nuova sfida, agli Europei del prossimo anno.
Anche James mi porge il suo indirizzo: vuole rimanere informato sull’andamento dei miei allenamenti.
Nel frattempo Vincenzo Felicetti conquista uno splendido argento nella finale M50 dei 400. A 52 anni ottiene 53"28, che “comparato” equivale ad un 45”83 assoluto...
Emma Mazzenga, invece, si deve accontentare del quarto posto nei 400 W65, in una gara tiratissima dove l’americana Cappetta stabilisce il nuovo record mondiale di categoria, con l’incredibile tempo di 1'11"45. Le due medaglie di bronzo conquistate da Emma nei 100 e 200 metri sono comunque un risultato prestigioso.
A confermare la “maledizione del quarto posto”, in questo venerdì 13, c’è anche Giovanni Ferrari che non nasconde la delusione dopo i 1500 M40.
Nella stessa gara c'è da segnalare inoltre l'incredibile impresa del 101enne Amey Leslie, australiano, che ha stabilito il nuovo record di categoria con il tempo di 19'59"54.
Giungono belle notizie dai nostri marciatori impegnati nella 20 chilometri, che collezionano ben due ori e due argenti. Doppietta di Fabio Ruzier e Roberto Cervi, rispettivamente primo e secondo nella categoria M45, con un riscontro cronometrico che gli avrebbe consentito di vincere anche nella categoria M40 (1h38'39" e 1h38'49"). Insieme a Piergiorgio Andreotti conquistano inoltre l’oro nella classifica a squadre. Argento, infine, di Giancarlo Parodi nella categoria M65.
Addendum del 26 marzo 2008: Ciao Giuseppe. Mi sono commossa rileggendo questi appunti e ricordando il tuo bigliettino augurale prima della mia gara. Ti immagino mentre corri in una pista di nuvole...
domenica 1 luglio 2001
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