A volte, nella vita, arrivano dei momenti bui in cui una strada intrapresa improvvisamente si chiude. Ci si può disperare e sentirsi smarriti, è umano. Ma, se si prova a reagire, a cercare nuove vie, il futuro può regalare delle sorprese davvero inattese. L'importante è non smettere mai di sognare, perché i sogni, a volte, si avverano. Questa è la storia di un sognatore. Si chiama Edgardo Barcella e noi ci auguriamo che possa diventare uno stimolo per molti perché, come cantava John Lennon, “he isn't the only one”.
Il tennista
Edgardo ha sempre avuto la passione per il tennis. Ha iniziato a praticarlo a 18 anni diventando un buon giocatore di livello regionale fino al novembre 2002 quando, a 32 anni, un infortunio al ginocchio lo costringe ad un brusco stop. Viene operato per la rottura del legamento crociato anteriore e dei legamenti collaterali. Impiega circa un anno per una completa riabilitazione ma, alla prima competizione tennistica, il ginocchio lo tradisce ancora una volta. Edgardo però non demorde e, nel marzo del 2004, con la caparbietà che lo contraddistingue, è di nuovo sul campo di terra rossa. Purtroppo, durante un allenamento, sente nuovamente il fatidico “crack”. E' la fine. Edgardo capisce che è giunto il momento di smettere di giocare. Piange, si dispera: il tennis significava molto per lui.
Il maratoneta
Edgardo vive a Trescore Balneario, a 14 chilometri da Bergamo. Lavora come assicuratore, è sposato con Michela e ha due splendide gemelle (Basilia e Vittoria) nate da pochi mesi, ma la vita da sedentario non fa per lui. Decide di seguire le orme di Pasquale, il fratello più giovane, maratoneta da 2h40’. Inizia a macinare chilometri su chilometri arrivando - il 20 marzo 2005, giorno del suo 35° compleanno - a correre la mezza maratona in 1h28'43”.
Il quattrocentista – la prima gara
La sua società di atletica è la Easyspeed 2000 che annovera tra i suoi tecnici anche Riccardo Longinari. Questo allenatore l'ha notato e lo tiene sottocchio già da un po'. “Prova a fare un giro di pista tirato” gli chiede un giorno. E così, correndo in tuta e scarpe di gomma, Edgardo ferma il cronometro intorno ai 57 secondi. “Devi assolutamente gareggiare in pista - lo incita Longinari - tra due mesi ci saranno i regionali master”.
Al suo debutto nelle gare su pista Edgardo è da una parte incuriosito dal mondo master ma anche un po' timoroso, convinto di fare una figuraccia e di classificarsi all'ultimo posto. “Quando è arrivato il mio turno sono andato nella quarta corsia – ricorda Edgardo - mi sono messo sui blocchi e allo sparo sono partito deciso. Sentivo che stavo correndo bene ma mi sono meravigliato quando ho superato, un po' alla volta, tutti gli avversari. Vinsi la gara in 53”42 e.. quasi non ci credevo”. Siamo a luglio del 2005, Edgardo festeggia la nascita di Allegra, la sua bimba più piccola, e l’inizio della sua carriera di quattrocentista. Gli allenamenti proseguono, sotto la guida di Longinari, ma con il sostegno e l'incitamento di tutta la famiglia.
Il primo campionato internazionale
Otto mesi dopo la sua prima gara su pista, nel marzo del 2006, Edgardo partecipa ai mondiali master indoor di Linz. Si classifica al nono posto nei 400 metri portando il suo personale a 51”94 e conquistando il bronzo nella staffetta 4x200 M35. E' felicissimo e i continui miglioramenti lo portano ad inseguire un sogno: “correre sotto i 50 secondi...”.
Ancora infortuni
Nell'estate del 2006 sono di nuovo gli infortuni a tornare protagonisti nella vita sportiva di Edgardo: rottura del metatarso, fascite plantare e nuova rottura del crociato anteriore. La stagione estiva salta e il suo umore finisce sottoterra.
Gli europei indoor di Helsinki
Nel marzo 2007, con una preparazione sommaria, partecipa agli Europei indoor di Helsinki. Giunge comunque quarto, in 52”12. In questa occasione Edgardo stringe amicizia con Enrico Saraceni. I consigli del primatista mondiale dei 400 metri M40 saranno preziosi per Edgardo, che inizierà ad avere più fiducia nei suoi mezzi.
Si avvicina Riccione
Ma anche la primavera del 2007 porta con sé tanti infortuni: uno stiramento al bicipite femorale e una tendinite cronica al tallone sinistro gli impediscono di allenarsi con continuità. Il primo quattrocento all'aperto lo corre a Brescia il 12 giugno. Il risultato è confortante: 51”84 ottenuto con grande facilità. Ma dopo 10 giorni il bicipite femorale si infortuna nuovamente. Costretto ad uno stop assoluto di 20 giorni, Edgardo deve a rinunciare ai Campionati Italiani Master di Milano.
I mondiali di Riccione si avvicinano. Nel mese di luglio riesce comunque ad allenarsi bene e nel mese di agosto condivide, con Enrico Saraceni, un periodo di vacanza/allenamento in montagna. In accordo con il suo allenatore, e seguendo i suggerimenti di Saraceni, Edgardo apporta delle modifiche al suo programma di allenamento che lo porteranno a raggiungere dei picchi di velocità mai raggiunti prima.
I mondiali di Riccione
Edgardo arriva a Riccione il 7 settembre, condividendo l'alloggio proprio l'amico Saraceni. Ci sono più di 100 iscritti nella gara dei 400 metri M35, e Edgardo comincia a dubitare delle proprie possibilità: “Chissà se arriverò in finale” si chiede.
Il 12 settembre si corre il primo turno di gara. Edgardo si ritrova a correre nella prima delle 8 batterie, insieme allo spagnolo Carlos Velasco, il campione europeo indoor. Per passare il turno è necessario classificarsi ai primi due posti oppure essere ripescati tra i migliori 6 tempi.
Edgardo potrebbe risparmiare le energie e controllare la gara ma dopo tutti gli infortuni ha bisogno di capire quello che può valere. Parte forte, corre facile e vince con il nuovo personale di 50”69. Velasco controlla e chiude al secondo posto con 53”15. Edgardo è felicissimo e incomincia a chiedersi fino a dove potrà arrivare.
Il 13 settembre è la volta delle semifinali. Edgardo si ritrova con degli avversari molto accreditati (il sopracitato Velasco, ma anche Antonello Palla, che l'ha sempre battuto). Palla parte molto forte ma Edgardo, nella corsia interna, corre una splendida ultima curva e rimonta tutti gli avversari. Taglia il traguardo siglando nuovamente il record personale: 50”07, miglior tempo di tutte le semifinali. La felicità di essere in finale e di essersi ancora migliorato è grande. Ma Edgardo non si sente ancora appagato, dentro di lui c'è sempre un sogno che sente di voler realizzare anche se inevitabilmente i due turni di gara corsi senza risparmiarsi gli lasciano le gambe un po' stanche.
E arriva il giorno della finale, il 14 settembre. Degli 8 finalisti, ben 4 sono italiani. Gli fanno compagnia Antonello Palla, Massimiliano Poeta (che vanta uno stagionale di 49”27) e Daniele Biffi. Gli atleti si abbracciano e si scambiano gli “in bocca al lupo”.
Edgardo assiste con felicità all'arrivo trionfale di Enrico Saraceni, vincitore della categoria M40, e si carica ulteriormente.
Ma ora è il turno degli M35. La concentrazione è al massimo e la tensione si potrebbe tagliare con un coltello. Gli spalti sono gremiti di pubblico. Edgardo è però determinato a dare il massimo, anche per i suoi amici, arrivati a Riccione proprio per lui, per sua moglie e le sue splendide bambine che hanno sempre tifato per lui. La corsia è la quarta, la migliore. In quinta Velasco, in terza Poeta. Velasco parte molto forte, ma Edgardo un po' alla volta recupera il distacco superandolo all'uscita dell'ultima curva. Davanti a lui non c'è nessuno e Edgardo continua a spingere, a volare, fino all'arrivo. Taglia per primo il traguardo fermando il cronometro sui 49”90, il suo sogno di scendere sotto i 50 secondi si è appena realizzato ma c’è qualcosa di più: Edgardo è appena diventato Campione del Mondo distaccando di soli 13 centesimi Massimiliano Poeta.
Edgardo è incredulo. Si avvicina alla rete per salutare i suoi amici, abbraccia i suoi compagni di gara e poi corre verso la tribuna per accogliere gli applausi di un pubblico tutto in piedi. Non riesce a trattenere le lacrime, l'emozione è fortissima. Sta vivendo un sogno bellissimo, che non dimenticherà mai.
”You may say I'm a dreamer, But I'm not the only one” (J.L.)
P.S.: Edgardo, ai mondiali di Riccione, darà il suo contributo anche nella 4x400. La fortissima staffetta M35, corsa insieme a Daniele Biffi, Massimiliano Poeta e Luigi Luccioli, vincerà la medaglia d'oro con lo strepitoso tempo di 3'20”43, ad un soffio dal primato mondiale di categoria.
Nella foto l'arrivo vittorioso di Edgardo Barcella, alle sue spalle Massimiliano Poeta (Fonte Rosa Marchi)
Nella foto in testa alla news, la concentrazione di Edgardo prima della finale dei 400 metri (fonte R.Marchi)
Pubblicato sull'area master di atleticanet il 24 settembre 2007 [link]
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